A COSA SERVE UN LCA?

Pochi giorni fa (fine aprile 2021) l’acronimo LCA (che significa life cycle assessment, cioè “valutazione del ciclo di vita”) è stato finalmente sdoganato nel prime-time televisivo, da parte dello stesso Ministro alla Transizione Ecologica Roberto Cingolani, che contribuisce perciò a fare sempre più luce su uno degli strumenti di misurazione più precisi che sono attualmente  per poter valutare l’impatto ambientale complessivo di un prodotto, di un servizio o di un’attività.

Essendo però una metodologia abbastanza tecnica e un po’ complessa da comprendere per chi non è “addetto ai lavori”, molti sono ancora ignari di cosa sia, o a cosa realmente serva. Anche se potrebbe essere effettivamente uno strumento utile a tantissime aziende per le valutazioni ambientali dei propri prodotti e del loro rendimento complessivo, e input metodologico per una serie di azioni di miglioramento importanti.

Secondo la definizione proposta da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) è “un metodo oggettivo di valutazione e quantificazione dei carichi energetici ed ambientali e degli impatti potenziali associati ad un prodotto/processo/attività lungo l’intero ciclo di vita, dall’acquisizione delle materie prime al fine vita (cioè, dalla culla alla tomba), valutando tutte le fasi di un processo produttivo”. In questo articolo sono dettagliati i principi tecnici di questa metodologia.

Ma che vantaggi offre la realizzazione di un LCA a un’azienda?

  1. Sviluppo e miglioramento di prodotti: Innanzitutto è uno strumento che permette di ottenere dei dati molto accurati del processo di produzione e che quindi si convertono in input importanti per valutare azioni di efficientamento che riducano e compensino l’impatto ambientale del prodotto/servizio/attività studiato, sia per le risorse utilizzate dall’organizzazione sia come etica ambientale della stessa. Inoltre, estendendo le implicanze al processo di produzione intero, è possibile ristrutturarlo in ottica di sostenibilità e di economia circolare (vedi punto d).
  2. Comparabilità: attraverso uno studio LCA l’organizzazione può facilmente comparare le performance ambientali di due o più prodotti, o dei suoi componenti o materiali, per selezionare le opzioni a minore impronta ambientale per esempio nella progettazione, riprogettazione o reindustrializzazione di un prodotto.
  3. Etichette e certificazioni: Gli studi LCA sono imprescindibili e alla base dello sviluppo di schemi di etichettatura ambientale, come ad esempio EPD (environment product declaration) o etichette ecologiche tipo Ecolabel. Queste sono ulteriori strumenti di rendicontazione ambientale, conosciuti anch’essi a livello internazionale, o specifiche a livello nazionale come l’etichetta Made Green in Italy.
  4. Pianificazione strategica ed economia circolare: nonostante il concetto “dalla culla alla tomba” indichi uno sviluppo ancora lineare, una delle conseguenze importanti degli studi LCA è aiutare le organizzazioni a ricondurre la produzione di tale oggetto/servizio/attività in termini circolari. Questo significa quindi identificare le fasi in cui è possibile, per esempio, recuperare e reinserire i materiali in economia, in tutte le fasi di produzione e non solo nel fine vita (riciclaggio), nella stessa filiera o anche in altre (loop chiuso o aperto); o per la definizione di nuovi e più efficienti modelli di business circolari.
  5. Comunicazione e marketing: in un mondo piagato dalla comunicazione di tipo “greenwashing”, cioè con dichiarazioni non sostenute da azioni o dati affidabili, la comunicazione e le azioni di marketing basate sui dati di uno studio LCA aiutano l’organizzazione ad allontanarsi da queste pratiche scorrette e mostrare ai proprio stakeholders un’attitudine seria ed accurata in materia, contribuendo a sostenere un’immagine solida ed affidabile.

Investire un uno studio LCA perciò offre all’organizzazione una serie di elementi indispensabili per una pianificazione ambientale accurata e basata su dati reali della propria produzione, e quindi è un alleato insostituibile per le decisioni manageriali basate in un etica di sostenibilità e circolarità, che è sempre più apprezzata sia dalle filiere in toto, sia dai consumatori finali in praticamente qualsiasi settore economico e produttivo.